Dissenso

“Un altro mondo è possibile” era lo slogan del controvertice di Genova 2001. Una proposta, una scommessa, un impegno. Le violenze scaricate sui manifestanti in quei giorni e poi l’11 settembre con il suo corollario di guerre, hanno annichilito quella costruzione di alternative al neoliberismo. Come un fiume carsico però a volte rispuntano.  Perché è rimasta intatta l’urgenza di un modello diverso da quello che sta uccidendo il clima e allargando le disuguaglianze.

750 associazioni

hanno aderito al Genoa Social Forum del 2001

Genova, luglio 2001.

Il movimento per una globalizzazione diversa si presentò all’appuntamento numeroso, con molta voglia di studiare e proporre alternative. Alcuni anche con l’idea velleitaria di impedire lo svolgimento del G8. Il Genoa Social Forum esprimeva con varietà di idee e comportamenti l’urgenza di contrapporsi agli interessi di pochi che avevano già saccheggiato ciò che era pubblico, di tutti. Susan George è stata una delle personalità più in vista di questo movimento. Scienziata politica e sociale, pacifista e attivista contro la fame e la povertà, collaborò ai Social Forum sin dal primo World Social Forum di Porto Alegre del gennaio 2001.

Foto by Manuel Vignati.

A Genova si è realizzato un incontro tra una parte di giovani e giovanissimi europei non eterodiretti, intenti a manifestare attivamente il proprio morale “io non ci sto”, e quel poco di buono delle società italiana ed europee che ultimi quindici anni ha provato – nel volontariato, nei gruppi di base, nel giornalismo impegnato e squattrinato, in alcune operazioni di cooperazione nord-sud del mondo, nei progetti di economia “informale”, nell’ecologismo, nel pacifismo, nel femminismo…  – a ideare e a percorrere strade alternative a quelle della politica ufficiale. I modi di questo incontro hanno risvegliato il “seme sotto la neve” della società europea.

(UN SEME SOTTO LA NEVE, Alessandro Leogrande, da Lo Straniero, settembre 2017)

Milano, giugno 2021.

Intervistata da Angelo Miotto, Donatella Della Porta, ricorda i Social Forum, la creatività, l’innovazione e la preparazione di un movimento globale segnato dall’euforia di portare in piazza le utopie e di ricostruire una visione alternativa dopo la fine delle ideologie che aveva caratterizzato gli ultimi anni del Novecento.

330 difensori

dei diritti umani uccisi nel 2020. Il 69% impegnati nella difesa della terra, dei popoli indigeni e dei diritti ambientali; il 28% delle attiviste uccise si batteva per i diritti delle donne.

Milano, giugno 2021.

Francesco Gesualdi, nel 2001, era a Genova. Il 18 luglio prendeva parte a una sessione del Social Forum intitolata “Le nostre Alternative alla globalizzazione economica”. Lo abbiamo contattato per sapere se, venti anni dopo, un altro mondo è ancora possibile. Ci ha risposto di sì e che costruirlo oggi è ancor più necessario – oltre che ancor più difficile…